Gratta gratta, ciò che rimane è solo il cuore. La passione, viscerale e pungente, per un gioco, o meglio per un saga, che è ormai religione. E per la quale si continuano a coltivare sentimenti travagliati, un ciccino agli antipodi. Gioia pura, per un goal agguantato con la bava alla bocca nei minuti di recupero, e voglia ferale di spezzare in due il disco per una vaccata del portiere. Al di là di statistiche, numerini e percentuali che tentano ad ogni giro di sintetizzare un'alchimia quasi perfetta, se si lancia lo sguardo oltre le spalle di fantacifre come "1 miliardo di partite online giocate, complessivamente, da Ottobre 2011", quello che si profila è una domanda facile facile: perché Fifa? Una delle tante risposte è che dall'edizione 08 si è cominciato a discutere, prima di ogni altra cosa, prima delle pacche sulle spalle dei manager, prima del calciatore che campeggerà sulla cover, prima delle modalità di gioco, delle opzioni, del motore grafico, semplicemente di gameplay. Il cuore, citato in apertura. Svariate decine di milioni di copie vendute dopo, Fifa 13 si presenta al pubblico con tanto di schemi, video esemplificativi, esempi nudi, crudi e detexturizzati, grezzi e bellissimi, presi di peso dal software utilizzato dai ragazzi di David Rutter, rilassato e compiaciuto in prima fila a gustarsi un piccolo spettacolo: la transizione da Fifa 12 a Fifa 13. Pronti per la prima lezione?
Player Impact Engine
Taccuino alla mano, mettiamo subito nero su bianco i concetti chiave di una presentazione estenuante e completissima, un’autentica orgia informativa a misura di appassionato. Ok, innovazione & rifinitura dei difetti. Ma cosa smuove tutto il macchinone di Fifa 13, qual è l’obiettivo? Detto, fatto: l’imprevedibilità del calcio reale. In altri termini: l’essenza stessa di questo sport, la scintilla che scorre fugace in ogni partita, un insieme di casualità e di momenti che presi singolarmente significano poco, ma che inseriti in un costrutto preciso possono davvero modificare od influenzare il corso di un match. Una cosina da poco in pratica. Ma è anche il motivo per cui, ancora oggi, ci si sorprende a rinnamorarsi di quei 22 giocatori mutandati, magari dopo essersi sciroppati l’epilogo tachicardico della Premier League 2011/12. Dicevamo, l’indeterminabilità del calcio. Passando per un bilanciamento più stratificato fra attacco e difesa, e l’update della vera rivoluzione dello scorso capitolo: l’Impact Engine. Partiamo da qui. Perché quest’anno, dal generale, si arriva al particolare, ovvero al Player Impact Engine. Prima però è doveroso tributare i giusti meriti al passato. Parte il filmato: [quote_right]In Fifa 13, grazie al ribilanciamento della forza e della massa, il difensore ha più strumenti per fare suo o mantenere il pallone, o semplicemente per ostacolare con convinzione l’attaccante. Push & Pull più preciso e determinante per il possesso.[/quote]Torres si invola verso la porta, sembra aver ritrovato lo spunto dei tempi di Liverpool. Casillas gli corre incontro, passi stretti, ventre abbassato, braccia larghe per coprire quanti più spicchi di porta possibili. Lo scontro è inevitabile. Ecco, in quel groviglio di corpi e poligoni i due trovano un momento, prima di rialzarsi, per baciarsi appassionatamente. In sala, scatta il delirio dei giornalisti. Nonostante i suoi indubbi meriti, l’introduzione del nuovo motore fisico non è certo stata scevra di più o meno piccoli inconvenienti, avvertibili ovviamente sul lungo periodo di gioco, ma comunque in grado di incrinare, talvolta in maniera incomprensibile, l’esito di alcuni contrasti di Fifa 12. Il motivo risiedeva nella forza eccessiva deputata a ventre e gambe, sproporzionata rispetto al resto del corpo e capace di rendere imprecisi taluni scontri di gioco. A livello di animazioni, si pensi alle torsioni innaturali delle braccia, spesso smosse da lussazioni ai limiti della tortura. Sul versante gameplay, invece, la poca presenza degli arti superiori creava non pochi grattacapi ai difensori, soprattutto contro avversari veloci, magari mentre ci si riscopriva ultimo uomo. Due le opzioni in Fifa 12: pressing della speranza, oppure fallo. [galleria_immagini] In Fifa 13, grazie al ribilanciamento della forza e della massa, il difensore ha più strumenti per fare suo o mantenere il pallone, o semplicemente per ostacolare con convinzione l’attaccante. Push & Pull più preciso, e determinante per il possesso; più modi di opporsi, aiutandosi con le spalle e con i gomiti, o magari anticipando l’avversario veloce sulla linea di corsa, rallentandolo dandogli la schiena. Naturalmente, nel contesto in cui ci si muove le caratteristiche fisiche del singolo incidono moltissimo, così come l’evolversi dell’azione nel dato momento. Ma anche così, lo spettro di possibilità ribilancia meglio le chance di attaccanti e difensori, risultando decisamente più realistico. Un esempio a centrocampo, protagonista Messi. Un mediano davanti a lui, supportato da due incontristi piuttosto avanzati rispetto alla linea difensiva, posti ad un metro e mezzo l’uno dall’altro. In Fifa 12, Messi, lanciato in velocità warp, avrebbe superato di slancio il primo avversario, guizzando probabilmente nello spazio presente tra gli ultimi due. La Pulce, si sa, è una spina appuntita nel fianco di chiunque. In Fifa 13 il campione argentino tenta la stessa, devastante, giocata, scomponendosi però per via del leggero contrasto operato dal mediano. Come nella realtà, Messi si sbilancia che è un piacere, mantenendo però la fluidità di corsa necessaria per incunearsi fra i due mollaccioni disattenti. Il risultato, a livello scenico, è superiore a qualsiasi cosa vista in Fifa 12 per aderenza a ciò che succede sui campi reali. E ancora. Se torniamo ai due innamorati di cui sopra, in Fifa 13 non avranno più possibilità di scambiarsi tenere effusioni. Il motore calcola meglio la prossimità dei corpi, attivando le animazioni più consone per risolvere determinate situazioni. Nel capitolo 2012 Torres rotolerà velocemente di lato, per rialzarsi, con Casillas pronto invece a puntarsi su ginocchia e mani. La fine di un amore.
1st Touch Control
La corsa verso un approccio ancora più verosimigliante, passa anche dal controllo del pallone. Gli ultimi Fifa hanno sempre puntato su un tocco meravigliosamente preciso, pulito, senza sbavature. In altre parole, profondamente innaturale. Perché non tutti i giocatori possiedono la grazia dei piedi di Ronaldinho, o la colla che cementava le carezze al pallone di Ronaldo. Per chi ha fatto il callo ad un Mertesacker che stoppa beato e al volo il rinvio del portiere avversario, e con lo stesso piede alleggerire sul terzino, con una velocità e fluidità del movimento da marziano, l’introduzione del 1st Touch Control sarà un pugno in pieno stomaco difficilmente sopportabile. Esattamente come per l’introduzione della difesa tattica, e forse anche qualcosa in più, la revisione del controllo scardina la serie dalle fondamenta, andando ad acquietarsi intorno ad un concetto di gioco autenticamente sincero. In Fifa 13, quindi, niente giochetti scontati o passaggi di routine. Il controllo, sui palloni alti, ora dipende da fattori intrinsechi (come le caratteristiche del player, che quindi assumono una nuova e potente valenza) ed esterni (postura del ricevitore, ma anche l’eventuale disturbo di un avversario, grazie alle nuove feature dell’Impact Engine), che scandiscono strategie tanto difensive quanto offensive assai eterogenee. In Fifa 13, dunque, l’attaccante ha facoltà di scippare la palla attesa da un difensore, magari vittima di un stop un po’ troppo a seguire per via di un posizionamento frettoloso, oppure di dar vita ad un break a centrocampo in seguito alla sassata non opportunamente addomesticata da parte di un diretto avversario. Ad ispessirsi sono anche le tipologie di passaggi classici. Non più solamente il semplice rasoterra, ma anche il colpo sotto per alzare leggermente la palla eludendo la gamba allungata e truffaldina di un avversario. Fifa 13 scompagina quindi parecchie carte in tavola: ritmi, tattiche e certezze vengono rimescolate secondo una miscela che sicuramente stravolge il modo classico di pensare a Fifa, il tutto con un occhio attento al bilanciamento fra rischi e guadagni, fra la fase offensiva e quella di contenimento.
Attacking Intellingence
Siamo Ribery, e ci accolliamo una sgroppata da antologia sulla fascia. Il terzino l’abbiamo bypassato poco dopo la linea mediana: ha deposto gli scarpini al terzo doppio passo. L’idea è semplice, chiamare fuori il centrale, guadagnare il fondo e crossare una fucilata tagliente per la testona pettinata di Gomez. Dai, è facile. Peccato solo che il suddetto centravanti, invece di fiondarsi in area, corra al nostro fianco. Lì, sul binario parallelo. Parallelo e felice. Altro giro, altra chicca di Fifa 12. I due difensori si aprono come due cocomeri maturi. E’ il momento per un filtrante come si deve. Un’ala però disturba il movimento, per cui rientriamo un istante per mandarlo a vuoto e infiliamo infine la palla fra i due di cui sopra, all’indirizzo dell’attaccante che ci aveva dettato il passaggio. Grande. Ma è anche fuorigioco.
Il nostro compagno non aveva valutato il repentino rallentamento dell’azione per cui era corso all’impazzata in avanti, finendo dritto dritto nella trappola dell’offside. Quanto sopra succedeva perché la collaborazione della squadra, in fase di impostazione e finalizzazione, per quanto generalmente più che buona, in alcuni casi specifici confessava una certa mancanza di routine dedicate, o comunque la corretta velocità di pensiero. In buona sostanza, i giocatori di Fifa 12 si concedevano una decisione alla volta. Fifa 13 delega ai player una porzione più ampia di spettro decisionale, per scelte diverse e soprattutto più reattive, sfruttando la filosofia del 2 plays ahead in modo da garantire un supporto effettivo a chi impugna il pad, anticipandone, laddove possibile, i movimenti. Abbiamo quindi visto un attaccante puntare la porta in attesa del cross, ma trovandosi la strada sbarrata da due difensori, arretrare leggermente alla Ibrahimovich per eludere la copertura; oppure fintare -in autonomia- un movimento vicino del portatore di palla per poi zigzagare dalla parte opposta, creando spazio.
Complete Dribbling
Ne è scorsa di acqua sotto i ponti del dribbling. In passato, una delle argomentazioni più consistenti per i detrattori della serie. L’introduzione, a suo tempo, del 360° dribbling ha cambiato il corso dell’esperienza di gioco di molti, eppure per Rutter e compagni, c’era ancora del lavoro di ripulitura da fare, c’era quindi ancora un margine di miglioramento. Un ombrello che racchiude sotto di sé il meglio della filosofia di Fifa 12, con un qualcosina in più. Partiamo dal precision dribbling dello scorso anno. Bello, per carità. Ma lento. Il giocatore che si trasforma in uno balenottero arenato con ai piedi un pallone da calcio. [galleria_immagini2]In Fifa 13 entra invece in gioco Fifa Street. Prima che vi strappiate i capelli, lasciateci chiarire: entra in campo solo ed esclusivamente come ideologia di base, per lo spettacolo che può e deve offrire un campione di caratura mondiale. In altri termini, Precision Dribbling 2.0. Suola, esterno, interno, suola, suola. Dolcissime carezze. Vedere cincischiare Cristiano Ronaldo sulla fascia, davanti ad un difensore attonito, rapidamente, velocemente, con un controllo davvero totale e utile per intortare chiunque, è semplicemente magnifico. Cambia poi l’uno contro uno, che diventa più contestuale. L’attaccante sulla fascia, invece di allungare, può scegliere di puntare l’avversario diretto, magari sul perimetro laterale dell’area, rallentando la propria corsa e cambiando leggermente la postura sul pallone, pronto ad eludere il possibile intervento.
Tactical Free Kicks
Limite dell’area. Tre giocatori tre sulla palla. Seedorf, Ibra e Pato. Schema? Parte Ibra. Finta. Seconda finta del Papero. Seedorf intravede il taglio di Nocerino e lo serve col piattone, per un goal da veri infami. Fifa 13 avrà amplia dunque le possibilità dei calci da fermo per andare a rimpinguare un comparto che è sempre stato avaro di opportunità. Come in tutti gli altri reparti del gioco, vige il bilanciamento. Al nuovo ventaglio di schematizzazioni risponde la possibilità, per la difesa, di ricompattare il muro, eventualmente sfaldatosi subito dopo un salto a vuoto, aggiungere con lo stick altri difensori, scagliare un compagno alle caviglie del tiratore o addirittura ladrare sulla distanza, compiendo piccoli passettini in avanti, sperando che l’arbitro non se ne avveda (pena il giallo). Diverso il discorso sui corner, che non subiranno stravolgimenti di sorta, se si escludono i benefici del motore fisico rinnovato e i nuovi equilibri nelle caratteristiche dei giocatori.
Varie ed eventuali
Rutter, ai microfoni di Everyeye.it, non si è voluto sbottonare troppo, anche perché saranno molti gli step che ci accompagneranno fino all’uscita nei negozi. Detto ciò, l’intelligenza artificiale dell’arbitro è stata completamente rivista, per decisioni e metri di giudizio più coerenti, senza contare la gestione dei vantaggi. La CPU godrà di routine più specifiche, lavorando sul nostro modo di giocare e non dimenticandosi, per esempio, dei falli. Infine, un set di nuovissime animazioni andrà a rimpinguare la gestione dei tiri e dell’aggancio della palla (usando parti diverse del corpo).
Commento Finale
Fifa 13 bada al sodo, concedendo le luci della ribalta all’unica cosa che realmente conti: il gameplay. E’ incredibile come il team di Rutter sappia quali corde toccare per rimodellare, al meglio, la sua creatura. I nuovi algoritmi legati all’Impact Engine danno finalmente forma compiuta alla battle of possessions, con un equilibrio più certosino fra interdizione e attacco, e quel tocco di imprevedibilità che, ora lo sappiamo, mancava tantissimo anche ad un masterpiece come Fifa. Non pervenuti l’ampliamento delle modalità di gioco, l’aspetto scenico ed il comparto online, esclusi dalla presentazione londinese. Eppure, ancora una volta, siamo sicuri che anche quest’anno Fifa saprà accendere alla grande gli animi di chi è cresciuto a pane e calcio virtuale.