| CITAZIONE (wiking76® @ 28/8/2012, 21:59) i Gen Rosso sono un famosissimo gruppo che fà musica "cristiana" www.genrosso.com/index.phpCITAZIONE Se volete posto tutto quello che ho scritto finora in questo racconto posta pure Forse frega solo a te, ma lo posto lo stesso
Si intitola "San Pietro e lo scettico". Questa è la prima parte ma ho ancora molto da scrivere.
Nella notte silenziosa un’ignara anima riposa e tenendo chiusi gli occhi fa sì che nessun pensier lo tocchi. D’un tratto una luce e poi subito una voce che con tono trionfante richiama l’anima dormiente: “Oh tu anima impaurita, presta attenzione a come va la vita. Tu che credi solo a ciò che vedi dovrai presto ricrederti inginocchiandoti ai miei piedi Perché io, che della grande Porta ho le chiavi in mano, non son di certo Dio ma ti mostrerò il traguardo del retto cammino umano.”
L’uomo spaventato da quella figura che lo guarda ma non lo tocca resta tremante senza parole in bocca e non capendo se fosse sveglio o ancora dormiente provò a parlare ad egli lentamente: "Oh San Pietro, tu che della Porta delle porte sei guardiano, perché hai scelto me che sono uno spirito profano? Io della chiesa conosco solo la parte esterna; io in verità non credo neanche nella vita eterna.“ Ed il santo aspettandosi tale affermazione replicò con forte decisione: "Non bisogna andare da chi sa già, ma da chi crede erroneamente di sapere e mostrargli la verità. Il pane lo dai a chi è sazio o a chi è affamato?“ E così lo scettico si convinse ed insieme partirono verso il cielo stellato.
Dalla notte così buia che nulla faceva vedere, salendo il cielo cominciò a schiarire e superati astri e pianeti i due giunsero nel luogo di tanti misteri e segreti. Un’immensa porta davanti a loro, fatta in ogni punto interamente d’oro con angeli che con lo squillo delle trombe inneggiavano alla pace ripudiando guerra e bombe. Pietro vedendo il volto estasiato di colui che certe cose non aveva mai ammirato, inserì la chiave nella serratura e girandola aprì le porte che con meravigliosa paura conducono a ciò che non si può chiamare “morte”. Da qui lo scettico affascinato comincia il suo viaggio in questo mondo che pare incantato e con un tocco di stupore ci parla di come sia grande l’amore.
“Mi incamminai guidato da quello spirito imponente e la mia testa si chiedeva così tante cose da non essere ancora giunta a niente. E lassù vidi tante anime, anche quelle che non ti aspetti; forse in cuor loro non avevan tanti difetti. Di tutti i tipi, di ogni ceto e di ogni etnia e mi chiedevo se ci fosse posto anche per l’anima mia ma la risposta mi impauriva così il mio cuore ancora la schiva. Cercando fra le facce di quella gente, ne apparì una improvvisamente; non avevo capito bene dove ma ero sicuro di aver già visto quel viso, quello sguardo che non sembrava chiedere molto eppure necessitava di tanto. Un lampo e capii che qualche giorno prima avevo incontrato per strada quel bisognoso, chissà perché aveva già trovato il suo riposo. Così il Custode mi si avvicinò e disse: ”Ti aveva chiesto ciò che per te era poco ma che per lui era molto, ma perché nel tuo animo di avarizia arde il fuoco ora giace sotto i cartoni sepolto. Colui che non sapeva neanche cosa mangiare o dove dormire, adesso riposa fra le braccia del Signore.” “Ed un colpo mi arrivò dritto al cuore, che la forza era troppa per definirlo semplice dolore. Mi sentivo fuori luogo sia perché forse avrei meritato il fuoco sia perché in un posto dove regna la serenità non riuscivo a placare malumore ed infelicità.
Proseguendo il mio viaggio in questo spazio remoto, scorsi da lontano un volto noto. Un giovane sorridente, amato dalla gente e forse era lì ingiustamente. Un’anima così fresca e pulita come può esserci finita? E’ vero che si trova fra il bene, ma perché una così prematura fine? Mi avvicinai a lui ed egli fece un sorriso che si opponeva al mio sconfortato viso, così lo lasciai parlare: “Ero un ragazzo come tanti, pieno di sogni ed idee stravaganti, guidato dalla voglia di vivere e dalla gioia di sorridere; seguivo le mie emozioni, mi lasciavo trascinare dalle passioni. Affidando la mia vita alle due ruote ho lasciato tante anime vuote, la velocità era il mio forte ma infondo basta poco per giungere alla morte. Sono SICuro che laggiù qualcuno mi pensa ancora, ma non vi fate troppe domande, ho vissuto tanto intensamente da aver raggiunto la mia ora.”
“Io rimasi colpito da quelle forti parole, felicità non aveva smarrito e per lui esisteva solo il sole. Questo posto in cui sono non è immaginazione, riesco sempre a sentire una forte emozione. E sono tutti felici con quello che si ha, Le orme non son presenti di ricchezza e nobiltà. L’umile è beato, l’umile è chi si è accontentato, l’umile è chi è stato ricompensato. Qui non c’è posto per chi della materia fa la virtù principale, qui gode soltanto chi non opera per il male. Meglio avere poco in vita ed essere ricchi per sempre che avidi in terra e pentirsene amaramente. Io cerco principi, re o gente di nobili mestieri ma corone non vedo e di Re ce n’è solo uno ed è quello dei Cieli. Resto stupito da tutto ciò e questo luogo per me sconosciuto mi spinge a disprezzare tutto quello che ho lasciandomi incantato dalla bellezza rinchiusa nella semplicità che costituisce la vera ricchezza e la strada per l’aldilà. Purtroppo laggiù, fra falsi santi e qualche apostolo impostore non ricordiamo più il vero senso della parola del Signore. La gente sa ben predicare ma a nulla è disposta a rinunciare; non credo che a te, Pietro il figlio di Dio chiese di gestire in tal modo i fatti che dal cielo arrivano fra la gente, ma si sa che l’uomo è peccatore e l’odore dei soldi è imponente. Come si è giunti a ciò, come si è diventati i servi di un Dio che non è quello che conosciamo? Pietro, spiegami il perché di ciò a cui assistiamo." |
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