Videogames e violenza
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  • Finchè ci sono i bollini ESRB va tutto bene, i bambini devono essere controllati dai genitori
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  • La violenza nei videogames è troppo esagerata, è da eliminare
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Videogames e violenza

Binomio perfetto o da eliminare?

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  1. ShadyAB
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    Articolo preso da Spaziogames:

    Videogames come ispirazione alla violenza, istiganti a comportamenti deviati o antisociali, o ancora come causa dei mali degli adolescenti di tutto il mondo. Quante volte abbiamo sentito accusare il nostro passatempo preferito di essere causa (diretta o indiretta) di stragi, omicidi, o altri orrori simili? Tante, troppe volte. Da quando i videogiochi hanno iniziato ad assumere connotati sempre più realistici dal punto di vista grafico e contestuale, ogni nuova pubblicazione di una celebre saga (as esempio Grand Theft Auto, ma non solo) è salutata dalla massa di critici, politicanti e sociologi vari, come unh nuovo pericolo per i giovani fans. In questo speciale analizzeremo i meccanismi tipici della violenza espressa in forme di intrattenimento attive (i videogiochi in questo caso), il fascino e, di conseguenza, l’attrattiva che ne scaturisce, soffermandoci su alcuni esempi di titoli che, nel bene e nel male, hanno fatto parlare di sé, scatenando orde di petizioni, discussioni parlamentari, processi e amenità di vario tipo.

    Videogames e violenza: una questione irrisolta
    Come sottolineato in precedenza, la rappresentazione grafica di scene o contesti più o meno violenti, va di pari passo con l’evoluzione tecnologica alla base delle moderne macchine da gioco. In passato picchiarsi senza limiti in Double Dragon o in Streets of Rage, non costituiva uno scandalo, o peggio, causa di comportamenti violenti, perché quei pochi (ma miracolosi) pixel non erano sufficienti a rendere in modo dettagliato le scene o i colpi più cruenti. Con l’aumentare delle risorse hardware a disposizione e dei progressi compiuti dalla grafica in generale, passando dal 2D al 3D, la rappresentazione scenica del contesto ludico ha assunto pian piano connotati sempre più vicini alla realtà. Scenari dettagliati, fisica computazionale ed effetti d’impatto, hanno permesso la visualizzazione di sequenze fotorealistiche in contesti sociali attuali e riconosciuti.
    Se da un lato l’immersione del giocatore ha accresciuto notevolmente l’esperienza complessiva, dall'altro sono sorte tutta una serie di problematiche relative alla violenza espressa e causata nelle azioni di gioco. La principale differenza che esiste fra cinema, televisione (film o documentari), infatti, è che in questi casi l’utente è passivo, "subisce" la visione e la narrazione senza possibilità alcuna di manipolarne gli eventi, fruendone in un unica sessione il racconto e finendo in tal modo per essere estraneo alla vicenda. Nei videogiochi, invece, l’interazione è massima e ripetuta, l’utente è chiamato a compiere scelte ed è visto come soggetto attivo di ciò che accade e parte del mondo di gioco. Questo meccanismo di intrinseca metabolizzazione, sradica il giocatore dalla propria realtà attuale e lo porta a vivere in contesti via via più realistici e, di conseguenza, pericolosi. Schizzi di sangue, mutilazioni di vario genere, omicidi e crimini attraverso soggetti non propriamente stereotipi del cavaliere senza macchia e senza paura, "costringono" il giocatore ad impersonare il soggetto e vivere realtà sì alternative, ma estremamente vicine alla sua.
    Perché i videogiochi (ma non solo) violenti hanno così successo dunque? Semplice: la violenza, quando lontana e simulata, attrae. Senza scomodare antropologi o psicologi illustri, possiamo ricondurre al più basso istinto dell’uomo i motivi di questa verità. L’uomo nasce come animale cacciatore e fin dagli albori della sua esistenza ha sempre dovuto combattere per sopravvivere, sia per nutrirsi che per difendere il proprio territorio. A tal proposito appare sensata la famosa frase di Thomas Hobbes, “Homo homini lupus”, ovvero l’uomo è un lupo per i suoi simili. E’ quindi inequivocabile che nel nostro inconscio i meccanismi che incitano alla violenza sono (per fortuna) sopiti in favore di una civilizzazione razionale e necessaria, avutasi col corso dei secoli, ma sempre pronti a riemergere qualora il contesto appare sensato e privo di pericoli reali, come quello di un mondo virtuale.

    Alcuni esempi
    Il capostipite di questo fenomeno è stato il celeberrimo Carmageddon, uno dei titoli più controversi della storia videoludica. Uscito nel 1997, il gioco fece molto parlare di sé per il concept, originale ma alquanto macabro, in cui era necessario eliminare o i veicoli avversari o investire tutti i pedoni, con tanto di schizzi di sangue ed effetti raccapriccianti. Il gioco venne elogiato dalla critica di settore, ma fu stroncato dai mass media, sollevando un polverone ed alcune discussioni parlamentari. La conseguenza fu quella di censurare il gioco in alcuni paesi, sostituendo ai pedoni zombie con sangue verde, o addirittura robot (in Germania) per attutire l’impatto sui giocatori più giovani. Purtroppo, come spesso accade in questi casi, nessun organismo competente riuscì ad intravedere la massiccia dose di humor che permeava il titolo SCi Software in ogni suo aspetto, a partire dal contesto grottesco per finire al cursore a forma di mano mozzata. Altre saghe criticate sono quelle di Mortal Kombat, che dà il meglio di sé in termini di efferatezza durante l’esecuzione delle fatality o il più recente Manhunt 2, addirittura proibito in alcuni paesi, inizialmente bloccato e rilasciato dopo insistenti critiche. Il panorama attuale sembra distaccarsi dai concept narrativi delle passate epoche videoludiche, ponendo il giocatore in contesti sempre più ampi e libero da vincoli. A conferma di ciò, infatti, sempre più spesso i videogiochi attuali lasciano al giocatore un intero mondo da esplorare, con una sorta di trama da costruire pezzo per pezzo, attraverso missioni più o meno illegali; il successo dietro serie quali Grand Theft Auto o Saints Row 2, infatti, si basa proprio sul concetto di free-roaming e libero arbitrio. Le scelte sono slegate in parte dalla trama principale (che per forza di cose esiste ancora), e la moralità del giocatore è l’unico vincolo che separa un’azione buona da una cattiva, ponendo nelle mani dell’utente la responsabilità dei propri gesti.
    Fra i titoli più cruenti del mercato attuale figurano diversi generi, segno che la rappresentazione esagerata di una violenza finta, percepita come distante e liberatoria, è ben vista dalla massa e diverte. In Blitz the League 2, gioco di football arcade uscito qualche anno fa, contusioni, fratture e ferite varie sono realizzate in modo davvero realistico con inquadrature interne simil raggi-x degne della famosa serie CSI. L’acclamato Fallout 3 di Bethesda, offre decapitazioni, smembramenti, bulbi oculari e schizzi di sangue durante i suoi combattimenti in slow-motion con tanto di effetti sonori macabri. Far Cry 2 non ha la stessa forza visiva a livello di gore, ma sconvolge l’utente con un sistema di cura inedito e, in alcuni casi, fastidioso. Non mancano arti distorti e poi raddrizzati, estrazione di pallottole dal braccio o di pezzi di metallo conficcati in una gamba. Abbiamo citato da esempio un titolo sportivo, un gioco di ruolo ed uno sparatutto, ma la lista potrebbe tranquillamente aumentare ad un’occhiata più approfondita.


    Questa invece la classificazione ESRB che tutti voi penso conosciate:

    - E (Everyone): contenuto per tutti;
    - E10+ (Everyone 10+): contenuto per i ragazzi sopra i 10 anni;
    - T (Teen): contenuto per i ragazzi sopra i 13 anni;
    - M (Mature): contenuto per i ragazzi sopra i 17 anni.

    Oltre alla classificazione per lettera sono usciti anche diversi bollini che indicano: sesso, sangue, violenza, droga accanto alla lettera (ovviamente M in questo caso).

    Voi cosa ne pensate?

    Io ovviamente scelgo la seconda.
    Basta che un genitore (o il venditore) controlli il gioco prima di darlo in mano al figlio-ragazzo che va a comprare, ed è tutto ok.

    Anche quando si parla di giochi :ph34r: basterebbe tenere d'occhio i proprio figli e vedere cosa giocano.

    La violenza non mi da fastidio...quando i giochi diventano sempre più reali, non sarebbe "giusto" censurare del sangue o delle scene cruenti se in quel contesto ci vanno bene.

    Magari, alcuni giochi ne abusano, è vero, magari meno schizzi di sangue si potrebbero mettere, però ripeto, finchè le avvertenze in cover ci sono, se non vengono rispettate non è colpa delle aziende videoludiche che già con quei simboli "rischiano" di perdere i videogiocatori di un certo tipo.
     
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    I bollini ci sono apposta per avvisare a quale pubblico è adatto il videogame, quindi voto la seconda; sono i genitori che si devono preoccupare :sìsì:
     
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  3. contino
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    Da me i rivenditori se ne sbattono altamente dei bollini, vendendo giochi violenti a bambini praticamente :sìsì:
     
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  4. Rey 25
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    CITAZIONE (contino @ 14/2/2009, 14:50)
    vendendo giochi violenti a bambini praticamente :sìsì:

    A non comprarglieli dovrebbero essere i genitori,sono loro che devono stare attenti a cosa comprano i figli.I soldi li cacciano loro ma aldila di questo dovrebbero informarsi un minimoprima di comprare un gioco.
     
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  5. ZIO GIANNI
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    CITAZIONE (contino @ 14/2/2009, 14:50)
    Da me i rivenditori se ne sbattono altamente dei bollini, vendendo giochi violenti a bambini praticamente :sìsì:

    Ma un pò dappertutto succede così. Se ne fregano se vendono un gioco vietato ai minori di 18 anni ad uno che ne ha 15, l'importante è venderlo.
     
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  6. messi™
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    La colpa è di rivenditori e genitori,inutile fare scaricabarile sull SH come Rockstar et simila sulla violenza nei loro titoli.
    Finchè un rivenditore pure di far soldi vende GTA IV (esempio) a un minorenne e un genitore non vigilerà sugli acquisti fatti dai propri figli,saremo sempre qui a parlare di persone morte perchè gli assassini improvvisati "imitavano" i fatti del personaggio del gioco.

    Amen
     
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  7. Leon_Kennedy
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    ma secondo me i giochi violenti non influenzano la persona, ora scusatemi che vado a sparare a un pò di gente fuori e rubare qualche macchina, a proposito devo sistemare la droga che ho in casa da qualche parte :ciao:
     
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  8. ZIO GIANNI
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    CITAZIONE (messi™ @ 14/2/2009, 15:00)
    La colpa è di rivenditori e genitori,inutile fare scaricabarile sull SH come Rockstar et simila sulla violenza nei loro titoli.
    Finchè un rivenditore pure di far soldi vende GTA IV (esempio) a un minorenne e un genitore non vigilerà sugli acquisti fatti dai propri figli,saremo sempre qui a parlare di persone morte perchè gli assassini improvvisati "imitavano" i fatti del personaggio del gioco.

    Amen

    Rockstar come tutte le aziende produttrici di giochi mettono il bollino quindi hanno la coscienza a posto. Sta ai genitori e ai rivenditori come hai detto tu controllare.
     
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  9. ShadyAB
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    CITAZIONE (Leon_Kennedy @ 14/2/2009, 15:03)
    ma secondo me i giochi violenti non influenzano la persona, ora scusatemi che vado a sparare a un pò di gente fuori e rubare qualche macchina, a proposito devo sistemare la droga che ho in casa da qualche parte :ciao:

    E' questo che "loro" dicono..e purtroppo alcuni deficienti ciò che hai scritto scherzando lo fanno per davvero.

    Mi ricordo che una volta qualcuno su Pesol postò proprio di un ragazzo che prendendo spunto da GTA aveva fatto una cacata.

    Ora tu dirai "si ma quelli sò pazzi, sò deficienti" e ti quoto, però ci sono.
     
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  10. Dvdsilver
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    non c'è dubbio ke questi giochi, essendo esperienze a volte più profonde di libri e film per quanto si tratta di impersonificazione, finiscano con il condizionare incredibilmente la persona. Ora, una persona matura è adatta a contenuti maturi perchè sà (quasi tutti) distinguere la differenza tra pixel e realtà, un teenager sotto i 18 anni spesso, età delicatissima in cui si forma la persona, se gioca tutto il giorno a gta IV o peggio manhunt finirà per confondere anche spesso la realtà ricercando violenza anche al di fuori. Quindi chiave di volta rispetto dei bollini ed autocontrollo.

    P.S. Ammetto ke dopo nn so quante ore di fallout 3 scendendo le scale ho l'istinto di tirare fuori la pistola per uccidere quella cazzo di mosca o di guardare sul mio pip boy per vedere dove si trova l'obiettivo frigorifero per completare la missione rifornimento.
     
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  11. no one can judge me
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    Sono problemi che solo i genitori possono risolvere, il venditore in genere se ne frega di vendere i giochi vietati ai minori. Purtroppo al ragazzino di oggi gli basta vedere quello che succede nel mondo REALE appena accende la tv, di fronte i videogiochi violenti si fa una grassa risata.
     
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    La violenza nei videogames è troppo esagerata, è da eliminare

    Il problema non dovrebbe sussistere e sinceramente non riesco a capire del perchè sussiste.

    Il videogioco (a meno che io non sia ben informato) non mi sembra sia classificato come "giocattolo" e come come prodotto rivolto a minorenni/bambini.

    Essendo un prodotto rivolto a qualsiasi tipo di utenza, con tanto di classificazione PEGI per indicarne l'età consigliata, non capisco perchè ci debba essere qualche stolto in giro per il pianeta, a rompere le palle, vietando o addirittura imponendo che non venga messo in commercio un videogioco solo perchè violento? Ma perchè mai? Se GTA è classificato 18+ per quale insensato motivo non deve essere messo in commercio? Per quale assurda causa ce se ne dovrebbe lamentare? Perchè i bambini ci giocano? E' che colpa ne ho io? Non stò mica a lamentarmi tutti i giorni se i minorenni continuano ad offendere il loro pudore :asd: guardando continuamente film porno, eppure non mi sembra che qualcuno si lamenti della messa in commercio di questo tipo di prodotti...

    Se io ho un figlio minorenne che gioca a GTA IV (+18) sono io che me ne assumo le responsabilità, non il produttore che ha classificato il gioco 18+.

    Un discorso del genere si potrebbe fare su quei giochi che hanno classificazione minore di 18+ e che sono considerati comunque violenti o con contenuti adulti, ma sino ad ora non mi sembra di averne mai visti :rolleyes:
     
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  13. Cmd.Capa
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    Ciao a tutti, il discorso è delicato e va fatto in base alle circostanze.

    Se si generalizza, finiamo nelle scemenze! ;-)

    Io mi limito a dire che certi esempi, possono indurre ad emulazione! ..dipende molto dal soggetto passivo, da come è presentato l'oggetto, e dall'ambiente che circonda il soggetto.

    Lol!! ...detto così ci vuole il traduttore! :D

    Ma è semplice il concetto, un game di guerra, non vuol dire che incita alla guerra chi ci gioca.

    Il discorso dell'emulazione (vero per alcuni soggetti di giovane età) andrebbe esteso anche su quello che accade tutti i giorni a tutti!

    Se un bambino è in una classe dove c'è un "ribelle", il genitore che lo viene a sapere, per protezione cerca di salvaguardarlo! ..con mille raccomandazioni a lui, alla scuola ed ai maestri.

    Però poi a casa, all'ora di cena (o a pranzo) appicciano il Tv, mettono sul TG e seguono le "belle" notizie che accadono nella realtà e nel mondo!

    In quel caso, genitore de sta ceppa, dov'è la tua preoccupazione?

    ...quando un bambino vede le Torri Gemelle implodersi, uno maremoto, una Guerra, ect ect... non pensi che sia peggio di essere in classe con un "ribelle"?

    Certo, non vuol dire che se segue il TG diventerà un delinquente! ..ma se è vero che ad un soggetto di una certa età, che ha una particolare sensibilità che non deve essere turbata, ecco che il discorso che si fanno sui video game, deve essere esteso a molte altre cose!

    Parere personale.
     
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  14. thewho
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    CITAZIONE (Dvdsilver @ 15/2/2009, 10:30)
    Ammetto ke dopo nn so quante ore di fallout 3 scendendo le scale ho l'istinto di tirare fuori la pistola per uccidere quella cazzo di mosca o di guardare sul mio pip boy per vedere dove si trova l'obiettivo frigorifero per completare la missione rifornimento.

    :asd: :asd: :asd: :asd:

    PS:
    Non credo che la prima opzione riceverà mai un voto... :D
     
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  15. ShadyAB
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    Bè se viene un moralista di turno sì :asd:

    Anche perchè alla fine è vero.
    Avete tirato in ballo Fallout, benissimo.
    Mi spiegate perchè c'è bisogno di tutto quel salto di arti, di chiodi negli occhi, di corpi attaccati ai muri, di staccamenti di testa vari?
    Se ne potrebbe fare a meno, è sicuramente una morte esagerata.
    Però siccome ci piace, preferiamo "ripararci" dietro il bollino 18+.
    Alla fine è giusto eh...basta avere il bollino e puoi metterci tutto dentro un gioco.. Però rimane violenza esagerata :)
     
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16 replies since 14/2/2009, 13:47   296 views
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